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Archivio
storico
responsabile:
Sofia Maresca
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081-7819-255 |
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Sede |
Secondo
piano |
Orari
di apertura |
lunedi - venerdi ore 9- 13 |
Tipologia
dei servizi |
Per
la parte non ordinata, ove possibile, il
personale dell'ufficio effettuerà le necessarie
ricerche dopo averne concordato l'ambito
e i tempi necessari |
Accesso
ai servizi |
Secondo
le norme vigenti per il materiale manoscritto
(vedi Regolalamento
interno) |
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Al
secondo piano del Palazzo Reale, accanto alle biblioteche 'storiche'
e alle raccolte di privati acquisite nell'ultimo secolo, trova spazio
la documentazione relativa alla vita della Biblioteca Vittorio Emanuele
III. La consapevolezza della funzione storica assunta da tale materiale
- non solo in quanto fonte di informazione sulla vita dell'ente - ed
il costante aumento delle richieste di un'utenza diversificata, che
appare sempre più impegnata in indagini sui diversi aspetti dei processi
della produzione culturale, hanno determinato il progetto di riordino
della documentazione e la nascita, nel 1993, dell'ufficio "Archivio
storico". L'obiettivo perseguito fin dagli inizi è stato quello di favorire
la consultazione del patrimonio documentario accumulatosi nelle successive
fasi della vita della biblioteca, predisponendo vie di accesso al materiale
quanto più possibile chiare e immediate, in modo da soddisfare un pubblico
più vasto di quello che, interno all'istituto, ne era stato in passato
fruitore privilegiato e pressoché esclusivo.
In via preliminare è stato necessario procedere alla ricognizione dei
documenti che si trovavano depositati in locali diversi della biblioteca:
solo una parte del materiale era infatti riunita sotto la definizione
di 'archivio storico'; il resto per vari motivi, di natura anche meramente
logistica, aveva avuto altra sistemazione. Ma prima ancora di passare
all'accorpamento dei diversi tronconi, considerato che presso l'archivio
di deposito risultava assegnata una buona parte delle pratiche prodotte
sia nella seconda metà del secolo XIX che nel corso di questo secolo,
occorreva determinare l'ambito cronologico cui riferire il nostro archivio.
Si è scelto, pertanto, di acquisire, almeno in questa prima fase di
ordinamento, tutti gli incartamenti che possano considerarsi conclusi
entro l'ultima guerra, con l'esclusione, tuttavia, di quei documenti
già inventariati e conosciuti dagli studiosi con la segnatura ricevuta
nelle sezioni presso cui si ritrovano. Il succedersi di lavori scientifici
e catalografici, e la funzione espositiva e museale assegnata a parte
del materiale, hanno infatti comportato, in passato, la 'sottrazione'
all'archivio di quella documentazione ritenuta maggiormente significativa
per la storia della Biblioteca; purtroppo, una volta completati quei
lavori o esaurita la funzione museale, il materiale non è rientrato
nei fascicoli di appartenenza. I Verbali delle sedute della Giunta della
Real Biblioteca Borbonica e gli antichi cataloghi delle biblioteche
dei monasteri e degli istituti scientifici pervenuti insieme ai volumi
acquisiti in seguito alle soppressioni degli ordini religiosi o alle
annessioni, attualmente conservati presso la Sezione Manoscritti, sono
tra gli esempi che con maggiore evidenza si impongono alla nostra attenzione.
Si è ritenuto utile, comunque, per rendere più esaustiva l'informazione
fornita agli utenti del servizio, segnalare negli inventari che si vanno
approntando, i rimandi alle attuali collocazioni dei documenti 'mancanti'.
Inoltre, per sopperire alle altre inevitabili mancanze, legate alla
storia degli archivi degli istituti scientifici napoletani e anche nell'ottica
di un allargamento del ventaglio informativo fornito, ci si propone
di integrare gli indici con indicazioni di natura bibliografica e con
rinvii ad altri fondi archivistici non posseduti dalla Nazionale, ma
che pure conservano testimonianze afferenti la sua storia e i documenti
da essa prodotti (es. ASNa, AS Soprintendenza Archeologica).
Il lavoro preliminare di ricognizione ha permesso di individuare le
diverse serie in cui l'Archivio Storico della Nazionale si articola
e di avviare un ampio ordinamento, che intende recuperare, quando il
materiale lo consenta, il criterio originario di collocazione, secondo
il metodo storico. Il disordine riscontrato nelle carte è apparso immediatamente
imputabile allo stralcio di documenti dai fascicoli originari per la
creazione di nuovi incartamenti, ma anche a tentativi di riordino che
avevano collocato le pratiche in posizioni giustapposte, determinate
da criteri di archiviazione affermatisi in periodi successivi a quelli
di effettiva produzione dei documenti. L'ordinamento dell'Archivio Storico
prevede una suddivisione in più serie per i diversi fondi venutisi a
creare con l'accorpamento delle grandi biblioteche pubbliche napoletane.
All'interno dei fondi "Nazionale", "San Giacomo" e "Brancacciano" le
serie scandiranno, diacronicamente, i cambiamenti amministrativi e gestionali:
per quanto riguarda la Biblioteca Nazionale, ad esempio, rispecchieranno
le fasi della sua storia che l'hanno vista prima "Reale", poi "Borbonica"
ed infine "Nazionale".
Nei diversi fondi archivistici, specchio di istituti strettamente legati
fra loro oltre che dal punto di vista storico anche da vincoli gestionali,
è possibile effettuare proficue ricerche negli svariati campi legati
alla produzione e alla diffusione della cultura. In linea generale,
nel suo insieme, riteniamo che questa documentazione rappresenti un'utile
fonte di informazione per la comprensione del sistema bibliotecario
cittadino, particolarmente a partire dalla seconda metà dell'Ottocento,
e di quella che potremmo definire una valida esperienza di servizio
integrato di lettura, con orari e periodi di apertura sfalsati, efficiente
consuetudine di prestito interbibliotecario, coordinamento negli acquisti.
A questo proposito appaiono di estremo interesse le informazioni riportate
sia dalle relazioni annuali e pluriennali previste dai regolamenti che
dai verbali stilati dalle commissioni in diverse occasioni nominate.
Ci sembra opportuno segnalare, a solo titolo esemplificativo, la ricomposizione
dell'incartamento riguardante le pratiche per la stipula dell'ultima
convenzione, del 1899, con la famiglia Brancaccio per la gestione della
biblioteca di Sant'Angelo a Nilo o quello novecentesco che testimonia
puntualmente le fasi del trasporto alla Reggia, in conseguenza dell'annessione
alla nostra delle altre grandi biblioteche pubbliche napoletane. Sono
reperibili in questo archivio, pure se risultano poco omogenee, interessanti
informazioni su biblioteche private e su altre biblioteche pubbliche
della provincia di Napoli e delle regioni limitrofe, in virtù del ruolo
ispettivo delegato al direttore della Nazionale quale soprintendente
ai beni librari dagli anni trenta di questo secolo. E' possibile, inoltre,
acquisire dati sull'andamento qualitativo e quantitativo della produzione
libraria attraverso gli elenchi e le pratiche che riguardano gli esemplari
d'obbligo e il diritto di stampa di cui è stata titolare la Brancacciana,
e l'attuale Nazionale dal tempo della sua apertura al pubblico fino
al 1861, fino cioè alla data di pubblicazione della legge Casati che
lo assegnava alle Universitarie. Gli studi sul commercio librario e
le professionalità ad esso affini, sugli stampatori, sui legatori, sui
cartolai, trovano validi riscontri e possibilità di approfondimento
oltre che negli elenchi dei fornitori, anche negli incartamenti relativi
alle gare e agli appalti, che consentono un ulteriore tipo di approccio
fornendo notizie sui costi e sui criteri di valutazione per le aggiudicazioni
di questi materiali e servizi.
Il peso attribuito ai singoli istituti dai governi che si sono succeduti
può essere verificato attraverso l'entità delle dotazioni e l'esame
dei bilanci. Ancora può costituire un utile segnale dell'interessamento
governativo l'assegnazione di fondi librari variamente acquisiti, donati
o sequestrati o ancora la 'protezione' accordata a questo o quell'istituto.
Le ricerche strettamente biblioteconomiche possono trovare validi spunti
e verifiche nella documentazione attestante le scelte relative alle
modalità di collocazione, ai criteri catalografici, agli arredi. Inoltre
l'Archivio Storico conserva un discreto numero di cataloghi sia alfabetici
che topografici, in gran parte datati, di libri d'uso, rari, miscellanee.
Attraverso la consultazione documentaria è possibile risalire - in assenza
di registri cronologici d'ingresso, in vigore solo da questo secolo
- alla provenienza di materiale a stampa, ma anche manoscritto, pervenuto
nel secolo scorso alla Biblioteca e collocato secondo i criteri di classificazione
del primo ottocento. Naturalmente è ampia e pressoché esaustiva la documentazione
sulle raccolte librarie private, acquisite specialmente nell'ultimo
secolo, che in qualche caso hanno dato vita ad autonome sezioni, quali
la Viggiani, trasferita poi all'attuale biblioteca nazionale di Potenza,
oppure hanno rappresentato i nuclei costitutivi o le consistenti integrazioni
di sezioni preesistenti.
Anche il campo della conservazione, nei suoi diversi aspetti, dalla
vigilanza alle modalità di prestito, alla riproduzione, alla spolveratura,
alle misure di sicurezza, all'impiantistica è ampiamente documentato
sia per l'ottocento che per il novecento. Dalle pratiche relative alle
informazioni bibliografiche, al prestito, alle statistiche della lettura,
nell'arco di quasi due secoli, si possono trarre validi indici della
vitalità degli istituti bibliografici partenopei. Non sembra superfluo,
infine, sottolineare come lo studio dei nostri documenti possa contribuire
a creare nuovi spunti di ricerca per l'approfondimento della conoscenza
di personalità che hanno giocato un ruolo determinante nel consolidamento
del ruolo delle biblioteche nel tessuto culturale nazionale.
Notizie interessanti sono contenute anche nei fascicoli relativi al
personale, che testimoniano il lavoro quotidianamente svolto per l'organizzazione,
la schedatura e la valorizzazione del patrimonio dell'istituto, da funzionari
restati 'anonimi' come da quelli passati alla storia per le loro capacità
non solo biblioteconomiche.
Abbiamo voluto fornire solo alcuni esempi dei campi di ricerca, di carattere
generale, possibili utilizzando in modo trasversale le diverse serie
dei fondi di questo archivio, ma innumerevoli altri potranno essere
ipotizzati con il procedere del lavoro di indicizzazione. Naturalmente
non va trascurata la potenzialità di ricerca insita in ogni singolo
fondo.
Per la consultazione e la riproduzione della parte dell'archivio storico
già ordinata valgono le medesime norme che per il materiale manoscritto.
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